giovedì 25 luglio 2013

Grooveshark non viene più suggerito automaticamente agli utenti quando si inizia a battere il suo nome sul motore di ricerca di Google.

Povero Grooveshark! Un ottimo servizio che fa letteralmente uscire di testa le Majordiscografiche e ne ha pagato il prezzo ripetutamente. Ora anche Google è stato costretto a eliminarlo più o meno volontariamente dai risultati filtrandolo per “pirateria”.

Non potete cercare Grooveshark

Come succede per altri termini e per quello che riguarda anche The Pirate Bay, ora Google non completa più per voi la parola “Grooveshark”, cosa che potete vedere in cima all’articolo.
Se la completiamo per conto nostro, tuttavia, Google non ha più alcuna remora a mostrarci app per Android ad essa collegato e visualizzare subito una gamma di risultati che portano al servizio (cosa che capita anche alla famosa Baia, per altro).
Grooveshark, niente pi�¹ autosuggest su Google
La lealtà di Google agli alfieri del copyright, insomma, non è completa, ma sufficiente a condizionarne le scelte commerciali.
Ma perché bandire proprio Grooveshark quando ci sono al massimo una dozzina di richieste di DMCA takedown rivolte al servizio ogni mese e centinaia di migliaia indirizzate a siti torrent regolarmente indicizzati? Google non è interessato a dare una risposta, ma noi possiamo fare delle supposizioni.

Le Major hanno chiesto la testa di Grooveshark

Grooveshark è stato al centro di una diatriba piuttosto aspra con EMI e Warner, ed è bersaglio legale delle case discografiche da parecchio tempo.
La tattica commerciale operata dal servizio non è forse stata proprio limpidissima. A voler essere maliziosi, si potrebbe dire che Grooveshark abbia tentato (e fallito) di diventare così grosso così in fretta da poter allontanare a spallate le citazioni in giudizio e venire ad un accordo commerciale con i propri aguzzini.
Dire che SpotifyApple Pandora abbiano operato sulle stesse linee guida è forse ancora più malizioso, ma resta altrettanto accurato.

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